Noi viaggiamo sicuri…

noi viaggiamo sicuri

Quando Claudia mi ha invitato a partecipare all’ iniziativa “Noi viaggiamo sicuri” ho accettato subito, malgrado il poco tempo, il ritardo cronico ed acciacchi vari. Questo perchè il tema mi sta particolarmente a cuore: avevo già raccontato qui la mia brutta esperienza “senza cinture”.

Ho pensato molto a cosa scrivere (avevo anche messo giu’ qualcosa di getto), ma poi ho avuto una folgorazione.

Al rientro dalle vacanze su di un cartello ho letto una frase che mi ha colpito molto. Diceva piu’ o meno cosi’

NON C’E’ NIENTE DI TANTO IMPORTANTE,

DA NON POTER ESSERE FATTO IN SICUREZZA

Non so se fosse la pubblicità di qualche prodotto o il motto di qualche associazione, ma la frase mi ha preso e mi è sembrata perfetta.

Riflettendoci infatti mi sono resa conto che il mio atteggiamento “preventivo” non riguarda solo i viaggi in macchina, situazione in cui PF è ed è stato sempre legato (malgrado le urla e i capricci), ma anche altre attività che potrebbero essere  pericolose anche se a prima vista non sembrerebbero tali: noi non sciamo e non andiamo in biciletta senza caschetto (anche quando PF era molto piccolo e veniva tenuto ben legato nel suo seggiolino) e lo stesso vale per il monopattino o il pattinaggio o lo slittino.

L’anno scorso PF è caduto malamente all’indietro mentre pattinava sul ghiaccio, fortunatamente aveva il casco perchè il colpo alla testa è stato davvero forte. Per fortuna si è risolto tutto solo con un gran spavento e con una bella ammaccatura al casco, che è  diventata ben presto “trofeo” di battaglia.

Alcune settimane fa abbiamo sperimentato la nuova pista (in cemento) per Mountain Bike qui a Zurigo, naturalmente muniti di caschetto. Qualche caduta era messa in conto, ma appena abbiamo visto i bambini piu’ grandi ed esperti fare acrobazie muniti anche di ginocchiere e gomitiere, abbiamo capito che per divertirsi davvero, in pieno relax, dovevamo procuracele. E cosi’ abbiamo fatto!

Fare le cose in sicurezza è piu’ rilassante. Perchè non godersi la bobbata o la gita in bicicletta senza la preoccupazione di farsi male?

Non c’è nulla di cosi’ importante, nemmeno un capriccio, che valga una brutta ferita o, peggio ancora, la vita. Proteggerli è un nostro dovere cosi’ come educarli a proteggersi.

Questo tipo di atteggiamento puo’essere confuso con apprensione. In realtà in questo caso si confonde l’apprensione con il buon senso: quando i pericoli sono reali (fare un incidente in macchina non è una possibilità remota e la cosa non dipende solo da noi) sarebbe illogico non poteggersi.

Prendere le giuste precuazioni non significa essere timorosi per ogni cosa, ma vuol dire essere responsabili, insegnare il senso del pericolo senza allarmismi e senza creare traumi (ritrovarsi all’ospedale con dei punti in testa credetemi non lo è altrettanto. Lo dico avendolo sperimentato in prima persona!), vuol dire insegnare il valore della vita che è piu’ importante di ogni altra cosa.

La sicurezza non limita per nulla l’autonomia, anzi il contrario: rendere un’attività, nei limiti del possibile, sicura significa rendere maggiormente sicuro di sè anche chi la compie e quindi piu’ autonomo. Se non devo temere che cadendo mi potrei far molto male alla testa, posso concentrarmi maggiormente e godermi cio’ che faccio.

Rendere un’attività sicura non vuol dire evitarla o, peggio ancora, spaventare chi la pratica vedendo pericoli ovunque. Significa invece essere consapevoli dei rischi, affrontandoli adeguatamente.

Questo post partecipa alla campagna “Noi viaggiamo sicuri”

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8 commenti

  1. Grazie per questo post per Noi viaggiamo Sicuri 🙂 è importante tenere sempre i riflettori accesi sul diritto alla sicurezza dei nostri bambini!

    Nei mesi successivi al lancio abbiamo riflettuto sui tanti ambiti in cui è bene esser sicuri, il tuo post offre molti spunti e anche possibili riflessioni su come le varie società e culture siano diversamente attente a questi temi.

    Certamente in Svizzera sarete facilitati vedendo tanti buoni esempi, vedendo messaggi e un atteggiamento pragmatico per cui “è naturale proteggere i più piccoli”, purtroppo non è ovunque così. Per questo mi sento di aggiungere un invito alle tante persone che ti leggono: lettori residenti in Italia (o in tanti altri luoghi dove la sicurezza spesso è trascurata) non fatevi scoraggiare: seggiolini, cinture allacciate, caschi, protezioni varie sempre con voi anche se le portiamo in pochi! Dobbiamo fornire noi l’esempio, a favore dei più piccoli 🙂

    ciao!

    1. L’esempio è importante, soprattutto per quanto riguarda la sfera familiare: se si comportano cosi’ i grandi, a maggior ragione lo fanno i bambini. Penso pero’ che, se ci si allarga nella sfera “pubblica”, solo l’esempio non sia sufficiente: bisogna alimentare il senso di disapprovazione e … le multe!
      Un discorso un po’ ampio…

  2. Grazie mille Paola 🙂
    Sei sempre stata la mia creativa preferita, ora ti meriti il titolo di creativa sicura 100%. Scherzo, … ti ringrazio molto per queste riflessioni che condivido in pieno, ho letto il post e mi sono detta: ma è tutto così chiaro, così semplice e logico… Perchè allora tanti genitori continuano a non usare seggiolini auto o caschetti per proteggere i propri bimbi? Spero che questo tuo post abbia convinto anche solo un genitore a decidere di utilizzare sempre seggiolino, cinture, caschetto e ogni altro ausilio che permette ai bimbi di divertirsi in sicurezza

    1. Ho riflettuto a lungo del perchè non venga naturale proteggersi, soprattutto in macchina. Nemmeno la storia dei capricci puo’ essere una giustificazione visto che PF ha sempre urlato come un ossesso fino da subito… Sarà fatalismo? Nella convinzione che le cose butte capitino sempre ad altri?? Non so…

  3. ciao Paola, pure io dovrei scrivere un post su questo tema, lo faro’ presto, oggi ti volevo dire che qualche giorno fa ho minacciato ad una “amica” di cancellarla dal mio elenco telefonico se dovessi vederla ancora una vola a portare il suo figlio in macchina davanti (lui ha 6 anni): che amiche che ho…ma se ci pensi e’ una donna normalissima che non ha realizzato cosa puo’ succedere…l’anno scorso ho letto il tuo post su viaggiare sicuri e quello di Claudia e questo ha cambiato tantissimo il mio modo di vedere le cose…qui da noi: anche se Svizzera ma nostro quartiere e’ un po’ diverso…molti bimbi corrono con le bici senza casco…ma io ho spiegato a Flavio che e’ molto piu’ saggio metterlo…e non parliamo del nostro paese in Italia dove ogni uscita’ di Flavio con la bici e con casco suscita tante emozioni…che vita…tanti saluti per ora ed a presto…

    1. Ciao cara,
      devo dire che qui bimbi in macchina senza cinture o seggiolini non li ho ancora visti. A volte mi capita di vedere ragazzi in monopattino lanciarsi giu’ per la “nostra discesa”, ma sono già grandi e leggo la cosa piu’ come un atto di ribellione e voglia di distinguersi… I piccoli direi che sono attenti!
      Quando andiamo in Italia è tutto un altro discorso: non so come mai il casco in bibi susciti ancora tanta perplessità… chissà cosa succederebbe se glielo vedessere mettere quando pattina sul ghiaccio? 😉

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