I libri e i pannelli sensoriali di Angela, la piccola pedagogista petulante

Ho conosciuto Angela grazie a Instagram. Mi ha subito catturato non solo per la sua professionalità, ma anche per i bellissimi materiali che propone e che trovate anche sul suo canale YouTube e sulla sua pagina Facebook.

Qualche settimana fa Angela ho postato dei bellissimi libri e pannelli sensoriali creati da lei. E’ stata cosi’ gentile da accettare il mio invito a spiegare qui su homemademamma come li ha realizzati.

Lascio quindi a lei la parola ..

Ciao a tutti, sono Angela la piccola pedagogista petulante. Mi occupo di infanzia, principalmente della fascia 0-6 anni, e di autismo

La creatività mi aiuta tanto nel mio lavoro, mi piace ideare e personalizzare materiali e giochi da proporre ai bambini, per far sì che possano apprendere autonomamente o in condivisione, ma sopratutto divertendosi.

La fascia d’età 0-6 è quella più importante per lo sviluppo dei bambini, in cui apprendono da ogni cosa che hanno attorno, proprio per questo è bene che sperimentino il più possibile in un clima tranquillo, con gli stimoli giusti, né troppi né troppo pochi.

Non servono particolari giocattoli per intrattenere i bambini, ma la semplicità vince sempre, catturando la loro attenzione.

Son qui per parlarvi di pannelli e libri sensoriali, per raccontarvi il perché possono essere strumenti così unici ed importanti per i bambini.

Partiamo proprio dalla loro unicità: creare strumenti educativi per bambini con materiale di recupero, ci dà la possibilità di creare qualcosa di unico, prezioso perché carico dell’amore con cui viene pensato ed assemblato.

Cosa serve? Qualsiasi materiale che possa esser trasformato e una vasta quantità di materiali che possano arricchire i sensi: diverse forme, diversi colori, diverse consistenze, diversi rumori. 

I pannelli sensoriali possono esse proposti ai bimbi dai 6 mesi in poi, per dar loro la possibilità di provare le diverse percezioni visive e tattili.

Si possono realizzare anche dei tappeti sensoriali per quando i bambini iniziano a camminare per esplorare attraverso i piedini.

Il beneficio di creare libri sensoriali è molteplice, in quanto è positivo anche l’approccio che il bambino instaura con i libri; è possibile crearli in tantissimi modi, in stoffa, in feltro, con la gomma crepla, con il cartone, cucendo materiali, incollandoli, insomma ci si può sbizzarrire e farne di tanti tipi.

L’ispirazione per creare il libro tattile non è mai qualcosa di immediato, posso avere quei tessuti e quei materiali da parte in un cassetto per mesi o anni, ma poi arriva il giorno in cui deciso di trasformarli dandogli una nuova vita. Il consiglio che vi do è quello di iniziare a guardare qualsiasi cosa abbiate attorno con occhi diversi, ritrovando quella curiosità che si ha da bambini e prima di buttare un oggetto che apparentemente non serve più chiedetevi: “cosa potrei farlo diventare?”.

Fa bene a tutti far riemergere il bambino che è in noi.

Realizzare materiali in casa permette di creare qualcosa di economico, ma sopratutto di grande valore.

Partendo dal bambino a cui vogliamo regalarlo, possiamo creare qualcosa di speciale per lui che lo possa accompagnare nella sua crescita.

Questi meravigliosi strumenti favoriscono la concentrazione, l’attenzione, la motricità fine, la coordinazione oculo manuale, stimolano la curiosità; un bambino concentrato in ciò che fa è un bambino calmo. 

Per restare aggiornati su ciò che realizza, trovate Angela su Instagram @piccolapedagogistapetulante, sulla sua pagina Facebook “Passione Pedagogica” e su YouTube, dove condivide quotidianamente spunti per attività educative fai da te, pillole pedagogiche e consiglia libri utili per genitori, insegnanti ed educatori come supporto per l’educazione dei bambini. 

Ringrazio Angela di tutto cuore per questo post e per i suoi preziosi consigli che condivide ogni giorno.

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Giochi che fanno crescere

come scegliere i giochi

Nella scelta dei giochi per i propri bambini si è letteralmente subissati da proposte e da offerte che giungono da ogni parte:  televisione, giornali, internet, volantini pubblicitari, amici e parenti.

Di per sè ogni gioco in commercio ha precisi scopi: stimola la mente, la manualità, la memoria, la concentrazione, l’attenzione e  non da ultimo fa divertire.

Qual è il segreto per scegliere il  gioco “giusto” per il proprio figlio?

Un gioco stimolante ha una marcia in piu’.

E’ possibile tenere in considerazione vari aspetti  quando decidiamo di acquistare un gioco. Ecco quelli  piu’ importanti:

L’aspetto educativo: cosa insegna al bambino? Quali capacità lo aiuta a sviluppare? Quali conoscenze vengono rafforzate? E’ utile per sviluppare una nuova abilità? 

L’aspetto sociale: il bambino puo’ utilizzarlo sia da solo che in compagnia? il gioco è in grado di coinvolgere piu’ bambini? E’ un gioco cooperativo o competitivo? Quali regole devono essere messe in atto per giocare? E’ facile comprenderle? Possono essere modificate o semplificate?

L’aspetto evolutivo: il gioco è adatto alle abilità che possiede il bambino? E’ un gioco che prevede anche la fortuna e quindi adatto anche a coloro che non hanno acquisito completamente le abilità necessarie per svolgerlo? 

L’aspetto emotivo: può creare frustrazione o ansia ed essere vissuto negativamente? E’ divertente e coinvolgente? Piace al bambino? 

L’aspetto temporale:  quanto dura il gioco? La sua durata è adatta all’età del bambino? Per quanto tempo potrà essere utilizzato? 

L’aspetto percettivo: il gioco è piacevole e facile da maneggiare? I suoni sono regolabili? E’ di un materiale che ne rende semplice e gradevole l’utilizzo? E’ visivamente accattivante? La qualità del materiale è buona? Esistono versioni diverse dello stesso gioco? Qual è la differenza tra esse?

L’aspetto economico: il costo del giocattolo è proporzionato al suo uso? E’ troppo caro rispetto al tempo che verrà utilizzato? Ne esiste una versione piu’ economica a parità di qualità?

Tutte queste domande aiutano a destreggiarsi tra le mille proposte ed alternative. Non dobbiamo pero’ dimenticarci che per prima cosa il gioco deve piacere e far felice il bambino. Fidiamoci quindi del nostro giudizio, perchè nessuno meglio di noi conosce le sue preferenze e i suoi desideri.

I giocattoli sono il nostro tentativo di comprendere il mondo.
Alberto Manguel

Post di Paola Misesti

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Insegnare l’italiano ai bambini expat: i nostri libri

libri imparare italiano bimbi expat

Molte mamme mi hanno chiesto come ho insegnato l’italiano a PF, che materiali ho usato, che metodo, che libri. Insomma come ce la siamo cavata e cosa ha funzionato per noi.

Prima di iniziare ci sono da fare pero’ un po’ di premesse.

PF fino a 5 anni ha vissuto in Italia, venendo in contatto solo con l’italiano (non tengo conto delle pochissime ore di inglese che ha fatto alla materna, perchè sono state davvero irrilevanti). A 5 anni ha iniziato la scuola materna interamente in tedesco qui a Zurigo. Parlava perfettamente l’italiano, ma non sapeva nè leggerlo nè scriverlo. La sua immersione nel tedesco è stata fin da subito totale: il primo anno qui a Zurigo aveva pochissimi amici di lingua italiana, che vedeva molto poco; la scuola e le sue attività extrascolastiche si svolgevano tutte in tedesco  L’italiano era mantenuto solo grazie a noi, alle nostre visite in Italia, ai cartoni animati e alle canzoni.

La sua maestra ci ha subito incoraggiati a mantenere vivo l’italiano, ad insegnargli a leggere e a scrivere, sottolineando che mantenendo viva la sua madre lingua avrebbe padroneggiato anche il tedesco. Cosi’ è stato!

Quando PF ha compiuto 6 anni, abbiamo iniziato un programma di homeschooling d’italiano, che svolgevamo nel pomeriggio dopo l’orario scolastico. Tutte le attività erano sotto forma di gioco, anche gli esercizi erano sempre collegati a qualche storia o racconto che gli davano un significato giocoso.

Prima di tutto avevo  bisogno di un programma da seguire per capire cosa fare e quando. Ne ho parato in dettaglio in questo post.

Il libro “Insegnare giorno per giorno” della Giunti Scuola mi è stato utilissimo: mi ha dato un programma, una tempistica e degli esercizi da cui prendere ispirazione. E’ stato una manna dal cielo, anche per tenere a bada la mia ansia.

A livello di attività pratiche, che usavo sotto forma di schede, 4 sono stati i nostri libri preferiti.

“Amici a Verdebosco 1” della DeAgostini:  3 libri (Metodo, Discipline e Letture)  con tante immagini colorate e tanti esercizi divertenti, che PF ha adorato. Lo abbiamo usato davvero tanto!

“Indovina facile” delle Edizioni Erickson: un bellissimo libro con tanti indovinelli per imparare a leggere e scrivere senza sforzo. L’ho trovato molto utile, anche se da solo non sarebbe bastato.

“Progetto ABACO. Italiano” della Giunti: con tanti esercizi presentati da un simpatico Leprotto. PF lo ha usato parecchio, soprattutto il volume 2 (l’ho trovato perfetto per i molto esercizi di grammatica), ma non ci è andato particolarmente matto.

Il libro piu’ amato da PF è stato senz’altro “Il mio super quaderno” sempre della Giunti: usato e strausato! In questo caso non era necessario nemmeno che inventassi racconti o giochi per introdurre gli esercizi: PF li faceva con entusiasmo senza nessun problemi. Non so se sono state le illustrazioni, il tipo di attività, il fatto che aveva chiamato il protagonista SuperA, sta di fatto che questo libro lo ha catturato da subito.

Come ho usato questi libri?

Prima di iniziare ho inventato una storia con protagonista un astronauta, Marco, che ci ha accompagnato nel nostro viaggio di apprendimento per tutto un anno (il secondo anno avevamo uno scienziato). In questo post ho raccontato come avevo organizzato le prime attività legate a questo racconto.

Ho creato il nostro quaderno (formato A4) e mi sono basata sul programma del libro “Insegnare giorno per giorno” , fotocopiando le attività presenti sugli altri libri in base al tema della giornata. Ho ritagliato fogli, disegni, creato finestrelle dove comparivano esercizi da fare, creato schede ad hoc in modo che ogni giorno il racconto dell’astronauta Marco potesse procedere.

insegnare italiano bambini espatriati all'estero

Perchè non ho scelto solo un libro? Perchè non l’ho semplicemente usato, facendolo completare da PF?

Sarebbe stato sicuramente piu’ semplice, piu’ veloce e meno impegnativo.

Sarebbe stato pero’ anche piu’ noioso per lui ed è questo che volevo evitare: che PF si annoiasse, vedesse l’italiano come un impegno in piu’, un dovere inutile da fare dopo le già impegnative ore di scuola. Avevo bisogno che PF si divertisse ad imparare l’italiano, che lo vedesse come un gioco, un’attività pomeridiana che non vedesse l’ora di svolgere.

E’ stato cosi’? Si’, senza ombra di dubbio!

PF si ricorda ancora delle avventure dell’astronauta Marco, dei nostri giochi pomeridiani e, cosa piu’ importante, sa leggere e scrivere in italiano molto bene e si esprime con ricchezza di vocaboli.

E’ stato impegnativo per me? Si’, senza dubbio! Ma ammetto che mi sono anche divertita molto e ne è valsa la pena.

Molti hanno mi chiesto qualche consiglio. Ne ho solamente uno: qualsiasi libro decidiate di usare, qualsiasi metodo scegliate di utilizzare, fate in modo che il bambino lo viva come un gioco, perchè non c’è modo migliore per apprendere che il divertimento!

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Post di Paola Misesti

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