Micronite fai da te: il dido’ spaziale fatto in casa

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Chi è stato piccolo negli anni ’80 forse si ricorderà della Micronite. Io ci andavo pazza! In pratica era una specie di dido’, sempre modellabile, ma che poteva essere allungato, tirato, schiacciato, spezzato e poi si ricomponeva senza problemi, senza sporcare e senza appiccicarsi a nulla.

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La mia Micronite era di color rosa (non so se ne esistessero di altri colori) e me la portavo sempre dietro, finchè un giorno fini’ nell’acqua e non se ne seppe piu’ nulla!

L’altro pomeriggio PF mi ha chiesto di creare delle slime per giocare con i suoi mostri spaziali e cosi’ mi sono messa a pasticciare con varie ricette americane trovate in rete. Tra ingredienti ad occhio e un po’ di errori di dosaggio mi sono ritrovata in mano la mia Micronite.

Inizialmente PF era un po’ deluso, ma catturato dal mio entusiasmo si è subito appassionato anche lui a questa strana pasta modellabile.

Cosa vi serve:

  • 3 cucchiai di colla vinilica
  • 4 cucchiai di maizena in polvere
  • 3 cucchaini d’olio
  • 2 gocce di colori per alimenti
  • una vaschetta
  • un cucchiaio

Come realizzarla:

versate nella vaschetta la colla e la maizena in polvere amalgamate e aggiungete lentamente i 3 cucchiaini d’olio e il colore alimentare. Amalgamate il tutto rima con l’aiuto di un cucchiaio e poi con le mani.

Regolate le dosi in base alla consistenza:

  • Aggiungete olio (poco alla volta) per renderla meno appiccicosa,
  • maizena per renderla piu’ consistente,
  • colla per renderla piu’ morbida

La vostra Micronite è bella che pronta!

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Noi abbiamo fatto l’errore di lasciarla all’aria ed essendo colla si è ben presto seccata. Vi consiglio di riporla in un barattolo, in modo da poterla utilizzare piu’ volte!

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Post di Paola Misesti

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A caccia di emozioni

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Tra i giochi di attenzione e concentrazione gli “I spy” sono tra i preferiti di PF: si tratta di semplici schede piene di immagini, tra cui trovarne alcune contenute in una lista. Io per semplificarmi la vita li chiamo i giochi “Chi cerca, trova!”. Negli anni ne abbiamo accumulati parecchi, tra cui vari libri acquistati in America.

Rimettendo in ordine gli scaffali della sua libreria, mi sono imbattuta in alcuni di essi e mi è scattata l’idea di creare delle schede “Chi cerca trova!” a tema emozioni.

Ho realizzato cosi’ 12 piccole schede con tanti emoticon differenti rappresentanti 7 diverse emozioni.

Ho realizzato anche 3 tipi di liste per prendere nota dei ritrovamenti. Esse hannogradi di difficoltà diverse:

  • le liste piu’ semplici cono quelle con gli emoticon ed il relativo nome e tanti piccoli quadratini a lato per segnare ogni emozione trovata.
  • le liste con un grado di difficoltà media contenenti gli emoticon, il loro nome ed un solo quadratino dove segnare il numero delle emozioni recuperate
  • le liste piu’ difficili con solo il nome ed il quadratino con il numero da segnare. Senza gli emoticon si da’ per scontato che si riesca a dare un nome ad ogni faccina senza sbagliare!

Ogni lista è pensata per essere usata con una sola scheda!

Per i bambini piu’ piccoli il primo tipo di lista è quello migliore: non dovranno cosi’ fare i conti a mente e si potranno concentrare sulle emozioni.

Per i bambini piu’ grandi e che hanno già dimestichezza con l’alfabetizzazione emotiva l’ultima scheda è senz’altro la piu’ indicata.

Qui trovate:

il file con le prime 6 schede

il file con le ultime 6 schede

i 3 tipi di liste tra cui scegliere

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Post di Paola Misesti

 

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Il domino dell’inglese

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Quando ci siamo trasferiti qui a Zurigo la mia preoccupazione maggiore riguardava l’apprendimento del tedesco da parte di PF: lui aveva 4 anni e mezzo e l’unica lingua che conosceva era l’italiano.

Dopo 5 anni di vita qui, posso dire senza problemi che PF è un bambino bilingue tedesco/italiano: scrive, legge e passa senza problemi da una lingua all’altra e per ora le due lingue sono equilibrate (cosa che nei prossimi anni probabilmente cambierà). Da due anni PF poi studia anche inglese a scuola, con qualche ora di lezioni extra una volta a settimana. L’aggiunta di una lingua non lo ha disturbato per nulla e riesce molto bene anche in questa.

Molti erano curiosi di sapere come si svolgessero le lezioni di inglese di PF. Con mia grande sorpresa sono delle semplicissime lezioni di apprendimento di vocaboli. Vista la grande padronanza della lingua che ho riscontrato qui in tutte le persone che ho incontrato, pensavo  che utilizzassero qualche metodo particolare, ma in realtà non è cosi’: le lezioni, di un’ora, si svolgono 2 volte a settimana. L’insegnante parla solo inglese e presenta schede e flashcards con immagini e parole in tedesco ed inglese. I bambini ripetono, giocano e cantano in inglese e per compito a casa hanno da imparare 10 vocaboli alla volta. Ogni parola è presentata ed appresa sia oralmente che in forma scritta, in modo che la memorizzazione sia completa. Una volta appresi i vocaboli, i bambini li utilizzando in classe per comporre semplici frasi, per leggere delle brevi storie o cantare delle canzoncine.

Le lezioni extrascolastiche di PF invece sono molto diverse: per quasi 1 anno i bambini non hanno fatto altro che giocare e cantare in inglese. Nessun vocabolo scritto è stato introdotto, tutto era solo a livello orale. PF si è sempre divertito molto in queste lezioni che hanno contribuito a fargli amare questa lingua e a viverla come un divertimento e non un compito. Solo ultimamente la sua insegnante ha introdotto lo scritto e la grammatica, mantenendo pero’ sempre il gioco come attività principale.

Tra le tante attività che svolge PF in queste lezioni extrascolastiche ci sono le carte, i memory e alcuni giochi da tavolo. Da qui ho avuto l’idea, per facilitargli l’apprendimento dei vocaboli che deve apprendere per scuola, di creare un domino in cui immagini e parole devono essere unite.

Qui trovate il nostro domino da scaricare composto da 60 tessere da stampare e ritagliare: DOMINO IN INGLESE

Le tessere possono essere usate in due modi diversi:

  • come un semplice domino
  • se tagliate in due, come delle flashcards a cui ad una immagine deve essere associata la carta con la parola corretta.

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Per facilitare il gioco, alla fine del file da stampare troverete una tabella riassuntiva con tutte le parole e le immagini usate nelle tessere. In questo modo il controllo dell’errore è immediato e, nel caso alcune parole fossero sconosciute o troppo difficili, puo’ essere utilizzato anche come un vocabolario vero e proprio.

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Post di Paola Misesti

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