La tombola delle sillabe

tombola delle sillabe

Imparare alcune sillabe italiane è stata per PF una grossa sfida, cosi’ come per molti studenti dei miei corsi di lingua. Il problema è dato soprattutto dalla C e G, perchè le sillabe con l’acca in tedesco hanno un suono dolce, mentre quelle come CI, CE, GE,GI hanno un suono duro, come una K!

L’unico modo per memorizzare questi suoni diversi è stato quello di ripeterli, naturalmente utilizzando attività che fossero divertenti.

Tra le tante che avevo proposto a PF all’inizio del nostro cammino di homeschooling di italiano c’era la tombola delle sillabe: una semplice tombola contente, invece dei soliti numeri, tante sillabe diverse.

L’attività è quella della comune tombola: ogni giocatore ha delle cartelle e una volta che il tavolo pesca una sillabe contenuta nelle cartelle, deve essere segnata. Noi mettevamo in palio piccoli premi (come gomme, matite, adesivi…) per gli ambi, i terni, le quaterne, le cinquine e naturalmente un grosso premio finale per chi faceva  tombola.

Di norma ero io che tenevo il “banco”, ma qualche volta si è divertito anche PF ad estrarre le caselle/sillabe.

Qui trovate la tombola, che abbiamo usato per esercitarci con le sillabe, formata da 1 tabellone, 85 caselle  e 26 cartelle.

Altre idee prese in rete per giocare con le sillabe:

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Le carte delle vocali

schede imparare vocali in corsivo homemademamma

Nella scuola di PF introducono il corsivo solo in seconda elementare, tra l’altro non per scrivere normalmente, ma come attività di calligrafia. Il carattere utilizzato per ogni cosa (compiti, temi, test, lettura…) è lo stampatello minuscolo e maiuscolo.

Il corsivo, che è  diverso da quello utilizzato in Italia, è un puro esercizio di calligrafia con quaderni pieni di lettere da ricopiare. L’attività viene svolta solo poche ore a settimana e ha fondamentalmente lo scopo di migliorare la grafia, di stimolare la concentrazione e le capacità di motricità fine.

Non usando lo stesso corsivo utilizzato in Italia, ci si è presentato subito un problema: capire cosa scrivevano i nostri amici, gli zii e nonni. In seconda elementare ho cosi’ introdotto anche il corsivo italiano, ma non scritto: PF doveva riconoscere le lettere, ma non scriverle. Esercizio per lui inutile visto che non l’avrebbe mai usato!

Ho creato allora delle schede gioco per divertirlo e riconoscere le lettere sia minuscole che maiuscole. Quelle che vi preseno oggi sono quelle che avevo creato per imparare le vocali.

10 schede con un’immagine centrale che rappresenta la parola la cui iniziale è da trovare: il bambino deve semplicemente cerchiare tutte le lettere, minuscole e maiuscole, che riconosce nella schede.

Qui trovate le le carte delle vocali da stampare e ritagliare.

Qui trovate anche le carte delle consonanti

Buon divertimento!

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Insegnare l’italiano ai bambini expat: i nostri libri

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Molte mamme mi hanno chiesto come ho insegnato l’italiano a PF, che materiali ho usato, che metodo, che libri. Insomma come ce la siamo cavata e cosa ha funzionato per noi.

Prima di iniziare ci sono da fare pero’ un po’ di premesse.

PF fino a 5 anni ha vissuto in Italia, venendo in contatto solo con l’italiano (non tengo conto delle pochissime ore di inglese che ha fatto alla materna, perchè sono state davvero irrilevanti). A 5 anni ha iniziato la scuola materna interamente in tedesco qui a Zurigo. Parlava perfettamente l’italiano, ma non sapeva nè leggerlo nè scriverlo. La sua immersione nel tedesco è stata fin da subito totale: il primo anno qui a Zurigo aveva pochissimi amici di lingua italiana, che vedeva molto poco; la scuola e le sue attività extrascolastiche si svolgevano tutte in tedesco  L’italiano era mantenuto solo grazie a noi, alle nostre visite in Italia, ai cartoni animati e alle canzoni.

La sua maestra ci ha subito incoraggiati a mantenere vivo l’italiano, ad insegnargli a leggere e a scrivere, sottolineando che mantenendo viva la sua madre lingua avrebbe padroneggiato anche il tedesco. Cosi’ è stato!

Quando PF ha compiuto 6 anni, abbiamo iniziato un programma di homeschooling d’italiano, che svolgevamo nel pomeriggio dopo l’orario scolastico. Tutte le attività erano sotto forma di gioco, anche gli esercizi erano sempre collegati a qualche storia o racconto che gli davano un significato giocoso.

Prima di tutto avevo  bisogno di un programma da seguire per capire cosa fare e quando. Ne ho parato in dettaglio in questo post.

Il libro “Insegnare giorno per giorno” della Giunti Scuola mi è stato utilissimo: mi ha dato un programma, una tempistica e degli esercizi da cui prendere ispirazione. E’ stato una manna dal cielo, anche per tenere a bada la mia ansia.

A livello di attività pratiche, che usavo sotto forma di schede, 4 sono stati i nostri libri preferiti.

“Amici a Verdebosco 1” della DeAgostini:  3 libri (Metodo, Discipline e Letture)  con tante immagini colorate e tanti esercizi divertenti, che PF ha adorato. Lo abbiamo usato davvero tanto!

“Indovina facile” delle Edizioni Erickson: un bellissimo libro con tanti indovinelli per imparare a leggere e scrivere senza sforzo. L’ho trovato molto utile, anche se da solo non sarebbe bastato.

“Progetto ABACO. Italiano” della Giunti: con tanti esercizi presentati da un simpatico Leprotto. PF lo ha usato parecchio, soprattutto il volume 2 (l’ho trovato perfetto per i molto esercizi di grammatica), ma non ci è andato particolarmente matto.

Il libro piu’ amato da PF è stato senz’altro “Il mio super quaderno” sempre della Giunti: usato e strausato! In questo caso non era necessario nemmeno che inventassi racconti o giochi per introdurre gli esercizi: PF li faceva con entusiasmo senza nessun problemi. Non so se sono state le illustrazioni, il tipo di attività, il fatto che aveva chiamato il protagonista SuperA, sta di fatto che questo libro lo ha catturato da subito.

Come ho usato questi libri?

Prima di iniziare ho inventato una storia con protagonista un astronauta, Marco, che ci ha accompagnato nel nostro viaggio di apprendimento per tutto un anno (il secondo anno avevamo uno scienziato). In questo post ho raccontato come avevo organizzato le prime attività legate a questo racconto.

Ho creato il nostro quaderno (formato A4) e mi sono basata sul programma del libro “Insegnare giorno per giorno” , fotocopiando le attività presenti sugli altri libri in base al tema della giornata. Ho ritagliato fogli, disegni, creato finestrelle dove comparivano esercizi da fare, creato schede ad hoc in modo che ogni giorno il racconto dell’astronauta Marco potesse procedere.

insegnare italiano bambini espatriati all'estero

Perchè non ho scelto solo un libro? Perchè non l’ho semplicemente usato, facendolo completare da PF?

Sarebbe stato sicuramente piu’ semplice, piu’ veloce e meno impegnativo.

Sarebbe stato pero’ anche piu’ noioso per lui ed è questo che volevo evitare: che PF si annoiasse, vedesse l’italiano come un impegno in piu’, un dovere inutile da fare dopo le già impegnative ore di scuola. Avevo bisogno che PF si divertisse ad imparare l’italiano, che lo vedesse come un gioco, un’attività pomeridiana che non vedesse l’ora di svolgere.

E’ stato cosi’? Si’, senza ombra di dubbio!

PF si ricorda ancora delle avventure dell’astronauta Marco, dei nostri giochi pomeridiani e, cosa piu’ importante, sa leggere e scrivere in italiano molto bene e si esprime con ricchezza di vocaboli.

E’ stato impegnativo per me? Si’, senza dubbio! Ma ammetto che mi sono anche divertita molto e ne è valsa la pena.

Molti hanno mi chiesto qualche consiglio. Ne ho solamente uno: qualsiasi libro decidiate di usare, qualsiasi metodo scegliate di utilizzare, fate in modo che il bambino lo viva come un gioco, perchè non c’è modo migliore per apprendere che il divertimento!

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